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La tecnica che utilizzo nei miei disegni è grafite e foglia oro su carta.

 

Nel mio lavoro la tecnica ha sempre avuto un ruolo fondamentale. Figlia di una restauratrice di dipinti, ho respirato fin da bambina l’atmosfera del laboratorio d’arte.

 

Il mondo del restauro, con i suoi materiali e i suoi tempi d’attesa, ha influenzato profondamente il mio approccio al lavoro. Un approccio nel quale il valore della lentezza e della pazienza conduce naturalmente alla riflessione e all’introspezione.

 

Il mio non è un modo di disegnare veloce e gestuale. Al contrario, ogni gesto è calibrato, ponderato, proprio come avviene nel restauro nella fase del ritocco pittorico.

 

Durante questa fase, il restauratore cerca di ricreare la lacuna del dipinto attraverso l’utilizzo di un tratteggio verticale, chiamato volgarmente “rigatino”, tecnica che ho rielaborato a grafite, trasportandola sugli sfondi dei miei disegni.

Durante la realizzazione

Un’altra tecnica che proviene dal mondo del restauro e che utilizzo nei miei lavori è la doratura. La foglia oro, accostata alla grafite, crea un contrasto non solo cromatico, abbracciando una dimensione ideale. 

 

Da un lato la grafite, materiale povero e semplice con cui si realizza il disegno (spesso considerato il fratello minore della pittura) e dall’altro la foglia oro, materiale prezioso per antonomasia che evoca una dimensione onirica e spirituale. 

 

Dal connubio di questi due elementi così diversi tra loro nascono i miei lavori.

I soggetti che rappresento variano dal mondo animale, alla figura femminile, fino alla natura morta. Il fil rouge che li unisce è il piedistallo.

 

Il piedistallo è quello strumento che mi permette di cambiare il punto di vista, proponendo il soggetto ritratto sotto una nuova ed inconsueta luce; esso funge dunque da evidenziatore, in quanto isola in ciascun genere rappresentativo le diverse tematiche affrontate, passando dalla concentrazione sulle espressioni ed emozioni nei ritratti femminili, al tema della decontestualizzazione nella serie degli animali.

 

Tema di fondo è il dialogo tra l’oggetto e il soggetto; se in un primo momento il piedistallo sembra imprigionare le figure che sorregge in un’apparente immobilità e staticità, in realtà le carica di un ulteriore significato, ponendole al nostro sguardo da un nuovo e inaspettato punto di vista.

 

La necessità di rivolgere lo sguardo verso l’interno è ciò a cui questi soggetti, “interdetti” dal loro piedistallo, ci richiamano. L’anelito a un risveglio, a una connessione ritrovata che ci conduca naturalmente all’ascolto sempre più urgente di noi stessi e della nostra interiorità.

Animali
Inconsueta di natura - scena III

Nel genere della natura morta rappresento gli oggetti che hanno abitato i laboratori di restauro nei quali sono cresciuta. La potenza dell’oggetto, di ciò che esso è in grado di evocare, mi ha sempre affascinato, spingendomi a voler creare un’oggettistica dove il disegno rompe i margini della cornice per essere trasportato su diversi supporti.

 

Da questa spinta, nascono le collezioni dedicate all’arredo della casa, dove l’aspetto dell’artigianalità rimane cruciale, rivendicando quella dimensione della bottega fatta di gesti, tecniche antiche e tradizioni che ormai sembra essere sempre più a rischio nel mondo contemporaneo.  

Dunque l’attenzione alla tecnica e ai materiali che utilizzo è sempre stata prioritaria nel mio lavoro.  Questo ed il legame con Venezia mi hanno portato a conoscere la realtà di Marino Menegazzo, l’ultimo battiloro rimasto in Europa, che lavora l’oro con le stesse tecniche e strumenti che venivano utilizzati sin dal XVIII secolo durante la Serenissima Repubblica di Venezia.

 

Il fascino che ha esercitato su di me questa realtà così unica nel suo genere (purtroppo una delle ultime rimaste al mondo) mi ha spinto a voler utilizzare la foglia oro prodotta dal battiloro in tutti i miei disegni e nelle collezioni di complementi d’arredo. 

 

Attraverso il mio lavoro cerco quindi di creare dei manufatti persi nel tempo, che mantengano i valori dell’unicità e della manualità, creati dall’amore del fare per arredare la casa, il luogo che per eccellenza parla di noi e che, più di tutti, riflette la nostra interiorità.

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