Rigatino
Ma cos’è il rigatino?Questa è una tecnica che viene impiegata dai restauratori nella fase del ritocco pittorico del restauro di un quadro o di un affresco.
Durante il ritocco, i tecnici restauratori cercano di colmare le eventuali lacune presenti nel dipinto attraverso dei piccolissimi trattini di colore, atti ad imitare le tinte dell’opera.
In pratica, tale tecnica consiste in un tratteggio verticale che viene adoperato per andare a riempire quegli spazi vuoti o danneggiati degli affreschi o dei quadri che necessitano di un restauro.
Da questa moltitudine di piccoli tratti o righe che vengono realizzate dal restauratore, deriva il nome “rigatino” (gergo utilizzato dagli addetti ai lavori).
Ma perché vi è la necessità di riempire questi spazi vuoti (provocati dall’incuria o dal semplice decadimento dell’opera a causa del passare del tempo) in modo diverso dalla tecnica originale utilizzata dall’artista?
Perché nel restauro si usa il rigatino?
La risposta a questa domanda viene da una regola del restauro che prevede che tutto ciò che il restauratore va ad “aggiungere” all’opera debba essere riconoscibile all’osservatore.In questo modo l’osservatore potrà immediatamente identificare e distinguere la porzione dell’opera originale da quella restaurata (ovviamente avvicinandosi quel tanto che basta per vedere la differenza che, da lontano, è il più delle volte impercettibile).
Questa tecnica rispetta pertanto il principio secondo il quale ogni intervento di restauro debba essere sempre riconoscibile.
Esso non deve dunque “mimare” la pennellata o il tratto dell’artista… Al contrario!
Infatti se ne deve distanziare il più possibile in modo che, ad una distanza ravvicinata, l’osservatore possa sempre distinguere l’intervento di restauro dalla mano dell’artista.
Quello che si crea è dunque un reticolo costituito non da un unico colore, ma da molti strati di diverse gradazioni che, sovrapposte l’una all’altra, si avvicinano il più possibile alla tinta originale.
Questo permetterà di godere dell’opera senza le fastidiose lacune causate dal passare del tempo o dall’incuria.
La mia personale tecnica meditativa
“Ma è un lavoro da far incrociare gli occhi!” si potrebbe pensare.Eh si, questo è decisamente un lavoro certosino fatto di pazienza e concentrazione.
Nel mio caso però, il rigatino non va a riempire spazi rovinati dall’incuria o danneggiati dal tempo…
Infatti, nei miei lavori, riutilizzo questa tecnica con tutt’altro presupposto rispetto a quello del ritocco.
Il mio rigatino è fatto a matita e non funge da “cerotto” per riparare qualcosa di rovinato ma costituisce, assieme ai decori dorati, il corpo vero e proprio degli sfondi dei miei disegni.
Questo minuzioso tratteggio a matita prende molto tempo ed io personalmente ho iniziato a vivere questa attività come una sorta di meditazione.
Tratto dopo tratto, segno dopo segno, la mano si muove con un automatismo, con una familiarità che rende l’intera procedura un’operazione che mi riconcilia con me stessa.
Dunque una tecnica di restauro pensata per “rattoppare” quadri antichi, nei miei disegni diventa protagonista, in tutta la sua intricata e splendida ripetitività.
E con questo penso di averti detto tutto su questa affascinante tecnica di restauro che personalmente impiego con tutt’altro fine rispetto a quello orignario.
Ora torno a fare la punta alle matite… A presto!
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