Il battiloro: un mestiere (che è più un’arte) a rischio di estinzione

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Il battiloro: un mestiere (che è più un’arte) a rischio di estinzione
In questo articolo voglio raccontarti una storia meravigliosa.

Però questa storia non riguarda me.

Ti parlerò infatti della storia che si cela alle spalle di colui che mi fornisce il materiale più prezioso che utilizzo nelle mie opere.
Dettaglio lavoro battiloro

Marino Menegazzo: L’ultimo Battiloro

Quella che ti sto per raccontare è una storia fatta di artigianato e di passione.

Una passione così profonda e rara per la propria professione che ha reso Marino Menegazzo l’ultimo battiloro artigiano d’Europa.

Come avrai intuito, in questa storia c’è anche una nota di malinconia poiché, essendo l’ultimo della sua stirpe (non famigliare eh, sia chiaro… mi riferisco al suo mestiere), è estremamente alto il rischio che il suo lavoro e tutto il suo sapere vadano perduti per sempre.

Ma andiamo con ordine… Partiamo dal principio e scopriamo assieme in cosa consiste questa meravigliosa professione.

La storia dei Battiloro


Quella del battiloro è una professione che ha radici antichissime, che risalgono ad oltre 4.000 anni fa.

Esatto, sin dal 2000 avanti Cristo, i faraoni dell’antico Egitto si sono avvalsi dei battiloro per abbellire ed arricchire il loro impero.

Questo è un lavoro molto impegnativo che richiede grande dedizione, tenacia, pazienza e anche una certa qual dose di forza fisica.

Perché?

Beh, per il processo produttivo in sé, visto che si tratta di colpire migliaia di volte una lastra d’oro con dei pesanti magli fintanto che non si ottiene lo spessore desiderato.

Questa operazione, senza dubbio ripetitiva (ma che richiede un elevatissimo livello di concentrazione ed attenzione), porta alla creazione della foglia oro puro – la stessa che utilizzo nelle mie opere originali.

Ovviamente, oggi la tecnologia e l’industria hanno preso il posto dei battiloro e quindi il maglio impiegato è meccanico e non viene più battuto a mano.

Eccezione fatta però, per ciò che accade nella bottega di Marino Menegazzo che, come ti dicevo poco fa, è l’ultimo battiloro artigiano rimasto in circolazione.

Ma prima di parlare della sua attività, terminiamo il nostro excursus storico.

La professione del battiloro è stata portata avanti nei secoli ed è approdata nella Serenissima Repubblica di Venezia attorno all’anno 1.000 dopo Cristo grazie alle influenze Bizantine.

Pare infatti che i veneziani abbiano imparato a lavorare l’oro in questo modo proprio grazie agli abitanti di Bisanzio.

Se ti è mai capitato di entrare in qualche palazzo veneziano, avrai sicuramente notato che, nei vari decori o nell’arredamento di questi meravigliosi edifici, la presenza dell’oro è immancabile.

Che sia sotto forma di mosaico, di cartigli e cornici dorate, di stucchi o di statue rivestite, o persino nelle gondole che solcano i canali, la presenza dell’oro in questa raffinata città è qualcosa che di certo non può sfuggire, neanche all’occhio della persona meno attenta che cammina tra le sue calli ed i suoi campi.

Angelo Campanile San Marco

L’angelo del campanile di San Marco è il perfetto esempio di come da sempre viene impiegata la foglia oro a Venezia. Tra l’altro, questa stessa statua è stata “vestita” proprio con la foglia oro di Marino Menegazzo


Ma tutte queste foglie d’oro, da qualche parte dovranno pur essere state prodotte…

E infatti, nel XVIII secolo e nella sola città di Venezia, vi erano ben 46 laboratori dove veniva realizzata la foglia oro ed in questi lavoravano la bellezza di 340 addetti tra tiraoro e battiloro.

Tale incredibile concentrazione di artigiani ha reso la capitale della Serenissima la culla europea dei battiloro.

Un’arte a rischio di estinzione – Quando l’artigianato vince sull’industria

Forse a questo punto ti starai chiedendo come sia possibile che, in relativamente così poco tempo, si sia passati da 340 unicamente a Venezia a solamente 1 in tutta Europa.

Beh, non devo certo dirti io che, purtroppo, molte delle antiche arti e mestieri sono andati perduti a causa del progresso industriale che ha portato ad una maggiore resa produttiva.

Pertanto il battiloro è diventato qualcosa di superato visto che un maglio meccanico può fare lo stesso lavoro senza doversi riposare e senza dover fare i turni.

Tuttavia, devi sapere che i macchinari industriali che vengono oggi impiegati non sono in grado di realizzare delle foglie che abbiano la stessa bellezza e consistenza di quelle prodotte artigianalmente (che sono quindi qualitativamente superiori).

Questa, a mio modestissimo parere, è un’incredibile vittoria dell’artigianato sul mondo industriale che ci fa capire che non sempre tutto ciò che diventa più facile e “produttivo” sia, per forza di cose, migliore.

Ma si sa che, oggigiorno, la qualità intrinseca di un prodotto è un fattore che viene sempre meno apprezzato e questa è la causa per cui i battiloro sono diventati una specie in via d’estinzione.

Come lavora un VERO battiloro

Dettaglio lavoro battiloro
Per prima cosa è opportuno dire che, per produrre la sua pregiatissima foglia oro, Marino usa gli stessi metodi produttivi del XVII secolo.

Dopo una lavorazione iniziale del prezioso metallo, questo viene predisposto per essere battuto con tre differenti martelli, rispettivamente del peso di 3, 5 ed 8 kg.

Il più leggero dei tre viene utilizzato per la “sgrossatura” mentre invece il più pesante serve per fare il lavoro di fino.

Per riuscire a produrre la foglia d’oro puro, Marino Menegazzo infligge nientemeno che dai 25.000 ai 35.000 colpi di martello!
Marino Menegazzo Battiloro
Quando ho scoperto il numero di colpi che vengono battuti, ho pensato alla quantità di infortuni che Marino può aver subito nel corso dei suoi quasi cinquant’anni di carriera…
Puoi quindi immaginare il mio stupore quando ho scoperto che si è pestato il dito solo 4 volte.

Ma torniamo a noi e al processo di realizzazione.

Più colpi darà, più sottile sarà lo spessore del singolo foglio di oro.

Devo dirti che parlare di spessore è quasi ridicolo visto che siamo nell’ordine di grandezza di pochi micron (quindi uno spessore di circa 200 volte inferiore rispetto al capello umano).

Pensa che mille fogli (ciascuno da circa cm 8 x 8) pesano solo 20 grammi e, se stesi uno vicino all’altro, coprirebbero la bellezza di 5.724 metri quadrati!

Se mi segui o mi conosci già da un po’, sai perfettamente quanto io sia innamorata di tutto ciò che ha a che fare con l’artigianato, la pazienza, la minuziosità e la dedizione…

Quindi, una volta che ho conosciuto questa meravigliosa realtà, ho preso la decisione di usare per tutti i miei disegni originali la foglia oro di Marino Menegazzo.

Ora che sai come lavora un VERO battiloro, vediamo come il nostro eroe ha iniziato la sua carriera.

Un business di famiglia patrimonio dell’UNESCO


La bottega dove lavora Marino Menegazzo è stata fondata nel 1926 dai Rivani, cugini di suo suocero Mario Berta, che poi ne divenne il proprietario nel 1969 – da qui il nome Mario Berta Battiloro.

Esattamente cinquant’anni dopo la fondazione, Marino Menegazzo – all’epoca già fidanzato con Sabrina Berta, la figlia del fondatore – decide di tentare la professione del battiloro.

Da allora non è passato un giorno senza che impugnasse i suoi tre martelli per trasformare l’oro in sottilissimi fogli.

Oggi, dopo quasi cinquant’anni, continua a lavorare con la stessa passione e dedizione di sempre.

Chi lo aiuta nella sua attività sono la moglie e le due figlie: Eleonora e Sara.

Le donne della famiglia svolgono un lavoro non meno importante di quello di Marino, poiché si occupano del taglio e del confezionamento della foglia oro.

Se ti dovesse capitare di entrare nella loro incredibile bottega (dopo ti dirò come fare), ti assicuro che rimarrai a bocca aperta nel vedere la precisione, ma soprattutto la velocità con cui lavorano la foglia oro.
Dettaglio lavoro battiloro
Inoltre, esattamente come l’uomo di casa, anche loro devono sempre mantenere un costante livello di attenzione e devono essere estremamente controllate, persino quando respirano.

In un altro articolo ti ho già raccontato di come un semplice respiro o alito di vento possa spargere la foglia oro in tutte le direzioni e ora che sai quanto è sottile e leggera puoi immaginare le disastrose conseguenze di un improvviso giro d’aria.

Con un’azienda del genere, potresti pensare che di certo non manchino gli apprendisti volonterosi di imparare un mestiere così unico e romantico…

E invece, ahinoi, cadresti in errore.

Negli anni sono stati diversi i tentativi di trovare qualcuno che potesse portare avanti questo antichissimo mestiere ma, purtroppo, i vari aspiranti battiloro hanno tutti battuto la ritirata (pensa che qualcuno è durato addirittura meno di 24 ore).

“Ma perché non sono le figlie a portare avanti la tradizione del padre?”


Ci hanno provato… Eccome se ci hanno provato!

Purtroppo però, è un lavoro che richiede un costante sforzo fisico di una tale portata che difficilmente riesce ad essere sopportato dal corpo femminile.

Marino si è quindi in parte rassegnato all’idea di essere l’ultimo battiloro in circolazione e, allo stesso modo, pare che si sia rassegnata persino l‘UNESCO.

L’organizzazione internazionale si era infatti avvicinata al Menegazzo contemplando l’idea di riconoscere il mestiere del battiloro nella categoria di Patrimonio Culturale Immateriale (Intangible Cultural Heritage) ma, una volta scoperto che non ci sono “eredi” in grado di continuare la sua opera, l’UNESCO ha abbandonato l’idea e ha già decretato come “morta” la professione.

Come visitare la bottega del Battiloro

La bottega è “persa” tra le calli di Venezia e si trova in una zona della città al di fuori delle rotte turistiche più battute.

Ciò detto, Google Maps saprà portati nel luogo dove avviene la magia, così da permetterti di fare un tour del laboratorio e, se avrai fortuna, magari anche di vedere all’opera l’ultimo battiloro mentre con eleganza brandisce i suoi pesanti magli per battere e ribattere l’oro.

Ovviamente, dovrai prima prenotare la tua visita (in fondo si tratta pur sempre di un luogo di lavoro e non di un museo)…

Cliccando qui sotto, ti si aprirà la pagina del sito di Mario Berta Battiloro dove troverai tutti i contatti per prenotare la tua visita.

Portami ai contatti del Battiloro!



Ne vale davvero la pena, te lo posso assicurare!

E con questo penso di averti detto tutto su questa affascinante professione.

Se invece vuoi osservare alcune delle opere che ho realizzato con la foglia dell’ultimo battiloro, le trovi qui sotto.

Mostrami i disegni con l’oro del Battiloro



Ora torno a fare la punta alle matite. A presto!

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