I soggetti delle mie opere – L’Autoritratto

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I soggetti delle mie opere – L’Autoritratto
In questo articolo andiamo a vedere un’altra delle quattro principali categoria di soggetti delle mie opere:

L'Autoritratto

Da quando ho cominciato a disegnare, uno dei soggetti che ho sempre prediletto era me stessa.

D’altronde ero sempre a portata di mano; ero la modella a cui potevo accedere più facilmente.

Molto presto, ciò che cominciò per pura e semplice necessità pratica imposta dalle esercitazioni accademiche, si trasformò in un reale e profondo interesse per l’autoritratto.
Autoritratto di Stefania Dei Rossi

L’origine mitica dell’autoritratto

L’ origine mitica dell’autoritratto risale al mito di Narciso, che narra una storia di perdita del mondo e di acquisto della visione del proprio volto.

Narciso afferma “Questo è il mio volto” e il mito nasce per rispondere ad una delle domande più frequenti che si sia mai posto l’uomo, ovvero: “Chi sono io?”

Ogni uomo è sconosciuto a sé stesso; possiamo intravedere solo la periferia del nostro corpo ma la visione del nostro volto, senza l’utilizzo di un sussidio, ci è negata.

Lo specchio: un mediatore bugiardo

Lo specchio, lo strumento o il sussidio in passato più utilizzato dagli artisti che hanno voluto indagare questo tema, ci permette di “vederci mentre ci stiamo vedendo”.

Esso è una sorta di mediatore; è il ponte che ci collega alla nostra immagine.

Tuttavia, nonostante la sua indiscussa capacità di riproporre fedelmente i nostri tratti, lo specchio non ci potrà mai restituire la nostra immagine reale ma solo una copia di essa in cui la simmetria è rovesciata.

Da qui la mia affermazione che vede lo specchio come una sorta di mediatore bugiardo.
Autoritratto di Stefania Dei Rossi

Un esercizio artistico contro natura

Ma perché la natura ci ha privato della conoscenza del nostro volto? Pensava forse che questa sorta di cecità potesse proteggerci da qualcosa?

O forse invece, questo non potersi vedere connaturato alla nostra natura, è solo una sottile ironia, un’anticipazione di ciò di cui l’uomo si è presto reso conto: l’inafferrabilità della propria identità.

L’autoritratto, il rovescio del ritratto, potrebbe sembrare quindi una forzatura, un esperimento contro natura…

Eppure questa operazione insidiosa ed innaturale ha attratto numerosi artisti che, affascinati e a volte tormentati, hanno cercato di delineare la propria identità.

Nell’autoritratto l’artista si sdoppia, diventa esecutore e modello. Mette in scena sé stesso, o meglio, il suo doppio, il suo alter ego.

Come afferma il filosofo Massimo Cacciari:

“Il nostro “socius”, noi stessi, è “alter”, è un altro – che ci sorprende, ci seduce, cattura o lacera – ma col quale co-abitiamo.”


Questo è stato un tema molto sentito anche nell’arte triestina, in cui il mancato senso di appartenenza dato da una terra di confine ha spinto artisti a me molto cari (come Léonor Fini e Arturo Nathan) ad utilizzare l’autoritratto come strumento prediletto per sondare le radici profonde della propria interiorità.

Visto che il problema dell’identità è un tema sempre più centrale nella società odierna, anch’ io ho deciso di esplorarlo – senza pretese di alcun tipo – usando l’autoritratto.

Se vuoi vedere delle altre mie interpretazioni dell’autoritratto, allora clicca qui sotto.

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Se invece vuoi leggere gli articoli che parlano degli altri soggetti delle mie opere, qui sotto trovi i link.

– Clicca qui per leggere l’articolo “I soggetti delle mie opere – I Ritratti Femminili”

– Clicca qui per leggere l’articolo “I soggetti delle mie opere – Il Mondo Animale”

– Clicca qui per leggere l’articolo “I soggetti delle mie opere – Le Nature Morte”


Ora torno a fare la punta alle matite… A presto!

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