I soggetti delle mie opere – Le Nature Morte

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I soggetti delle mie opere – Le Nature Morte
In questo articolo ti parlerò di una tipologia di soggetti delle mie opere a me molto cara, ossia:

Le Nature Morte

Forse ti starai domandando il perché mi è molto cara…

Innanzitutto, come forse avrai già avuto modo di notare, i soggetti delle mie nature morte non sono gli iconici cesti di frutta…

Infatti, le nature morte che realizzo raffigurano degli oggetti anomali ed inconsueti che generalmente non appartengono a questo tipo di opere.

Ciò che rappresento in questa serie di disegni sono elementi che fanno parte del mio passato.

Fin da bambina, gli oggetti che abitavano la mia casa (che spesso era anche il laboratorio di restauro di mia madre) mi hanno sempre affascinato.

Non solo quelli più comuni presenti in molte abitazioni (come, ad esempio, dei vecchi libri antichi) ma anche e soprattutto quelli più particolari ed inconsueti che mi facevano sentire l’ebrezza di vivere in un ambiente unico e fuori dal comune.

Ciò è stato possibile grazie a mia madre, alla sua professione di restauratrice ed al suo particolare gusto nell’arredamento.

Ero circondata dagli strumenti del mestiere come pigmenti, solventi, pennelli, boccette di vetro, cavalletti e così via…

Inoltre c’erano un sacco di quadri e cornici che, come dei pazienti in sala d’attesa dal dottore, aspettavano il ricovero nelle sapienti ed affettuose mani di mia madre che li avrebbe portati ad un nuovo splendore.

A questi si aggiungevano altri oggetti curiosi, specialmente per una bambina.

Vi erano infatti, calchi e gessi raffiguranti parti anatomiche, cartigli rimasti orfani di antiche cornici (ma che venivano accuratamente custoditi), maschere che mia madre realizzava con la carta pesta, antiche boccette di vetro di diverse forme e, ovviamente, i famosi ed immancabili piedistalli che sorreggevano sfere dorate.
Tutti questi oggetti mescolati insieme creavano un’atmosfera sospesa, fuori dal tempo, uno squarcio sul passato e su tutte le più antiche tecniche di pittura.

I vari quadri che aspettavano di essere restaurati costituivano una specie di combriccola, in cui i personaggi più disparati (come un ritratto di signora dell’800 o un paesaggio bucolico) ci facevano compagnia fintanto che non venivano restituiti al legittimo proprietario.

Ogni angolo della casa era esso stesso una sorta di quadro e gli oggetti, anche se disposti in maniera assolutamente casuale, creavano senza volerlo delle composizioni degne di un’opera d’arte.

Ed è forse questo il motivo per cui gli oggetti mi hanno sempre comunicato qualcosa; qualcosa che va oltre la loro forma e materia.

Come per le persone, trovo che anche gli oggetti posseggano un’energia e siano in grado di comunicare sensazioni, emozioni e stati d’animo e ciò anche se “parlano” un linguaggio diverso rispetto a quello che noi siamo soliti usare.

Credo fermamente che, nonostante la loro immobilità, siano vivi più che mai!

Per concludere questo articolo, trovo che la seguente citazione di Italo Calvino tratta dal romanzo “Se una notte d’inverno un viaggiatore” caschi a pennello:

“Se sapessi disegnare, m’applicherei solamente a studiare la forma degli oggetti inanimati, – dissi con una certa perentorietà, perché volevo cambiar discorso e anche perché davvero un’inclinazione naturale mi porta a riconoscere i miei stati d’animo nell’immobile sofferenza delle cose.”


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Ora torno a fare la punta alle matite… A presto!

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