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NOTA INTRODUTTIVA: Sono estremamente grata del fatto che io ed i miei cari stiamo bene e sono perfettamente conscia di come questa pandemia abbia avuto ripercussioni gravissime su molte persone.

Quella che ti racconterò in questo articolo è la mia personale esperienza in una situazione così strana e surreale.

Ciò che è successo a me è sicuramente (e fortunatamente) solo un piccolo incidente di percorso, dal quale però ho tratto un grande insegnamento.

 

Devi sapere che, dal 7 al 27 aprile 2020, si sarebbe dovuta tenere la mia prima mostra personale nella mia città d’origine: Trieste.

 

Per me questa mostra è stata – nel vero senso della parola – un parto.

 

Non tanto per quanto riguarda la preparazione in sé e per sé dell’esposizione…

 

Quello che è stato difficile per me è stato accettare l’idea di dovermi – per l’appunto – esporre.

 

Vedi, se come me sei una persona timida alla quale non piace stare al centro dell’attenzione (magari starai pensando che non si direbbe proprio, invece ti assicuro che è così!), mettersi in mostra ed esporsi al pubblico giudizio non è sicuramente un qualcosa che ti farà fare i salti di gioia.

 

Infatti, una volta finiti gli studi in Accademia (dove il mio percorso di studi era principalmente improntato sul restauro), l’idea di fare una mostra era molto lontana da me e ciò nonostante i miei professori di disegno mi incitassero verso tale direzione.

 

Ciò che mi bloccava era il fatto che non ero ancora certa di voler puntare la mia carriera sul disegno; la mia timidezza mi creava troppe incertezze ed insicurezze che, in qualche modo, mi trattenevano e mi impedivano di mettermi in gioco.

 

Finiti gli studi, dopo qualche anno passato a lavorare nel mondo del restauro, un giorno qualcosa ha fatto click nella mia testa e, di punto in bianco, ho realizzato che avrei dovuto assolutamente fare della passione per il disegno il mio lavoro.

 

Francamente non so esattamente che cosa mi abbia fatto cambiare idea da un momento all’atro…

 

Infatti c’erano ancora tutte le insicurezze di prima ma nel frattempo si era fatta strada dentro di me una sensazione, che poi è diventata una certezza assoluta: non avrei mai potuto convivere con il rimpianto di non averci provato.

 

Dunque ho fatto pace con la paura di mostrarmi e di mettermi in gioco ed ho fatto mio il pensiero secondo il quale chiunque decida di aprirsi e di esprimere il proprio modo di vedere il mondo e il lavoro sarà sempre e comunque soggetto a delle critiche, indipendentemente da quello che fa.

 

Ho messo da parte la mia timidezza ed insicurezza in virtù di un sogno più grande, di quella che internamente ho sempre sentito essere una vocazione.

 

Tutto questo, ovviamente, cercando sempre di non prendermi mai troppo sul serio per non finire con il montarmi la testa!

 

Così, finalmente, mi sono decisa ad inoltrare la domanda per fare una mostra in una delle sedi più belle della mia città.

 

La domanda venne accettata e, anche se mi rendo perfettamente conto che questo non rappresenti qualcosa di grandioso in termini assoluti, per me fu una grande soddisfazione perché stavo per fare una cosa che poco tempo prima sarebbe stata assolutamente impensabile per me.

 

Cominciò quindi un meraviglioso periodo di preparazione per questo evento.

 

Un periodo durante il quale si susseguivano giornate fatte solo di matite, fogli di carta e foglia oro. La mia vita ideale!

 

Ero eccitatissima all’idea di poter esporre per la prima volta i miei lavori e quindi puoi immaginare il mio dispiacere quando, a causa di questa pandemia, la mostra è saltata.

 

Ironia della sorte, proprio quando mi ero finalmente decisa ad esporre in una mostra i miei lavori e dopo tutti i ripensamenti, le paure e le indecisioni che mi hanno accompagnato per anni, esplode una pandemia globale…

 

Non preoccuparti, lungi da me credere che sia stato ordito un complotto a mie spese.

 

Tuttavia, nonostante la delusione ed il rammarico, ho imparato qualcosa di molto utile grazie a questa esperienza: ho imparato che è proprio vero quando si dice che “il mondo non aspetta te”.

 

Infatti nessuno aspetta che una mattina ti alzi dal letto facendoti finalmente coraggio per tentare di realizzare il tuo sogno.

 

Ho capito che è molto importante essere consapevoli dell’immensa fortuna che abbiamo, quando ce l’abbiamo.

 

D’ora in poi non aspetterò la perfetta congiunzione astrale per fare qualcosa che voglio fare; la farò e basta, perché oggi posso ma domani chissà.

 

Ovviamente, come ho specificato all’inizio, una mostra saltata non è assolutamente una catastrofe.

 

Penso che tutti, in questo periodo, ci siamo trovati inevitabilmente a fare delle riflessioni personali ed io avevo piacere di condividere con te questo pensiero mostrandoti l’ultimo lavoro che avevo preparato proprio pochi giorni prima del lock down per quella famosa mostra (che non si è ancora tenuta ma che, prima o poi, ci sarà): un busto femminile con la mascherina, lo sguardo speranzoso, sognante ed un metro di silenziosa foglia oro davanti a sé.

 

 


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